La coltivazione dell’asparago bianco è stata introdotta a Tavagnacco nell’Ottocento per risolvere il problema dell’eccessiva umidità dei vigneti.
Gli asparagi furono infatti inseriti tra un filare e l’altro di viti.
L’espediente non risolse il problema, ma vista la composizione del terreno, la coltivazione dell’asparago soppiantò quasi integralmente quella della vite.
L’assenza di colorazione, deriva dal particolare metodo di coltivazione della pianta dalla quale l’asparago viene raccolto.
L’asparago di Tavagnacco come tutti gli altri asparagi bianche viene raccolta quando ancora si trova sotto il cumulo di terra con cui gli agricoltori hanno ricoperto all’inizio della primavera le asparagiaie.
Questa tecnica consente all’asparago bianco di mantenere un sapore delicato, mentre gli asparagi verdi hanno un sapore più deciso dato dai germogli raccolti dopo la loro fuoriuscita dal terreno.
La specie coltivata è l’asparagus officinalis . Dal rizoma in primavera sorgono i germogli, detti turioni, cioè gli asparagi commestibili.
Attualmente la superficie investita ad asparago è di circa 5 ettari dalla quale vengono ottenuti circa 150 quintali di prodotto all’anno la cui raccolta avviene esclusivamente in modo manuale, giornalmente durante il periodo compreso fra aprile e maggio.
Negli anni ’30 del secolo scorso è iniziata la sua promozione anche grazie alla storica festa facendo sì che il binomio asparago bianco e Tavagnacco fosse riconosciuto in tutto il territorio regionale e che l’asparago bianco di Tavagnacco diventasse un prodotto tradizionale del Friuli Venezia Giulia.